Cherreads

Chapter 7 - 7

I due arrivarono in stazione, ancora correndo e con il fiatone. Entrarono dentro stanchi e sudati.

Toria: Ci hanno seguito o visto?

Yuko: Non credo. E anche se fosse... non mi muovo più da qua.

Toria: Sei proprio un idiota. C'era bisogno di lanciarlo su una macchina?

Yuko: Secondo te l'ho fatto apposta? Non riesco a controllare la forza.

Toria: Allora non dovevi farlo.

Yuko: Ma sei tu che mi hai chiesto di farti vedere qualcosa.

Toria: Sì, ma... no. Tutto quel casino...

I due continuarono a discutere, poi vennero interrotti dalla voce della stazione:

"Gli ultimi treni di quarta giornata stanno per partire."

Toria: Forza, sbrighiamoci sennò rimaniamo a piedi!

Yuko: Sì, ci manca solo questo. Andiamo a fare i biglietti.

Toria: Li ho già fatti.

Yuko: E quando?

Toria: Prima, a casa, mentre preparavo la roba.

Almeno abbiamo guadagnato tempo.

Yuko: Brava...

Toria: Lo so. Muoviamoci.

Corsero verso il tabellone delle partenze per cercare il loro treno.

Toria: Allora... vediamo un po... ta-ta-ta...

EstCity! Eccolo! Binario 4, forza!I due corsero verso il binario 4, salirono le scale. Il controllore fischiava la partenza del treno.

Yuko: Aspetti! Aspetti! Non partite!

Il controllore li vide e scese dal treno.

Controllore: Veloci, forza! Siamo in partenza!

Yuko: Eccoci, ci siamo!

Arrivarono davanti al controllore.

Controllore: Avete i biglietti?

Toria prese l'iPad.

Toria: Sì, eccoli.

Il controllore li guardò.

Controllore: Perfetto, salite.

I due salirono. Il controllore diede un'ultima occhiata al treno, guardò in cima e fischiò. Iltreno partì. Camminarono lungo il corridoio

cercando i posti.

Toria: Eccolo, è questo!

Yuko: Merda... per un soffio.

Appoggiarono gli zaini nel vano portaoggetti e si sedettero.

Toria: Ci siamo riusciti. Veramente per poco.

Yuko: Già.

Toria: Fortuna che viaggiamo di notte. Così domani mattina non vado a scuola. Anche tu

salti il lavoro.

Yuko: Sì, non me lo ricordare. Menny mi farà il culo al rientro...

Toria: Vabbè. Diciamo che è più importante scoprire cosa ti sta succedendo, giusto?!

Yuko (amareggiato): Sì... giusto.

Toria: Ti fa ancora male la testa?

Yuko: Sì. In realtà anche adesso ho fastidio.

Toria: Aspetta un attimo.

Yuko la guardò sorpreso. Toria si alzò e tirò fuori qualcosa dalla tasca dello zaino: una scatolina di pastiglie.

Yuko: Che diavolo è?

Toria: Prendine una.

Yuko: Sì ma... dimmi cos'è?

Toria: Sono medicine che ho fatto tempo fa.

Dovrebbero aiutarti con le tue emicranie.

Yuko: Cosa? Sei sicura?

Toria: Senti, la vuoi o no?

Yuko: Sì-sì, dammela. Come devo fare?

Toria: Mettila sotto la lingua.

Yuko prese la pastiglia dalla sua mano e la mise sotto la lingua.

Yuko: Bleh... che saporaccio.

Toria: Passa subito. Senti, io vado in bagno a vedere se c'è un distributore, ok?

Yuko: Sì, io ti aspetto qua. Stai attenta.

Toria: Tranquillo.

Toria si alzò e si avviò verso il vagone di fronte.

Yuko la fissò finché la seconda porta non si chiuse dietro di lei. Poi si voltò a guardare il finestrino, pensieroso.

Yuko: Chissà che cazzo sta succedendo...

Il rumore delle rotaie faceva quasi da ninna nanna. La pasticca stava alleviando il mal ditesta. I suoi occhi si chiusero lentamente, automaticamente. Si addormento.

Il treno continuava a viaggiare nella notte. Toria era appena arrivata al distributore.

Toria: Che palle... non c'è niente da mangiare.

Vabbè, prendiamo l'acqua.

Inserì i soldi e aspettò la bottiglietta.

Yuko sentì un rumore. Riaprì gli occhi. Non Sapeva quanto avesse dormito, ma rimase fermo a fissare il finestrino. Dentro la carrozza era calato un silenzio atipico. Fece per girare la testa a controllare. Vide un signore qualche posto più avanti, poi una coppia ancora più distante. Si rimise a posto. Guardò davanti a sé: un'anziana signora qualche seggiolino più giù.

Si risistemò.

Yuko: Che cos'è quello?

Si riaffacciò. In fondo al vagone, dalla porta dove era passata Toria, una sagoma dibambino lo stava fissando con occhi impassibili.

Yuko: Che diavolo ha da guardare...

Il bambino iniziò a camminare verso di lui. Yuko cominciò a sudare. Si accorse che non riusciva a muoversi.

Yuko: Perché? Non mi muovo... il mio corpo sembra pesare una tonnellata...

I passi del ragazzino si avvicinavano. Sembrava che un macigno lo tenesse fermo. Gli occhi del bambino erano fissi, vuoti. Avanzava sempre più vicino.

Yuko: Merda... ho questa sensazione di malessere... perché?

Era quasi vicino.

Poi...

Papà?!

Era la voce di Toria. Dietro di lui.

Yuko si mosse di scatto.

Yuko: Eh? Che?

Si rigirò verso la direzione da cui veniva il bambino, ma non c'era più nessuno.

Yuko: L'hai visto?

Toria: Chi?

Yuko: C'era un ragazzino qui. Mi stava fissando.

Toria: Papà... non c'era nessuno. Forse dormivi.

Yuko: Che? No-no... era proprio qua davanti!

Toria: No, papà. Fidati.

Yuko: Forse... avrò sognato.Toria: Tieni, bevi. - Gli porse l'acqua appena comprata - C'era solo questa, niente snack.

Yuko rimase perplesso un secondo, poi prese la bottiglietta.

Yuko: Sì... fammi bere un goccio.

Poi un brontolio dello stomaco.

Yuko: Cazzo... ho davvero fame.

Toria: Già, anche io. - Sbadigliò - Domani mattina, appena arriviamo, mangeremo qualcosa. Intanto facciamoci una bella dormita.

Ho la sensazione che sarà una giornata lunga.

Yuko: Già. Prima dormiamo, prima arriviamo.

Appoggiò l'acqua nel portaoggetti del seggiolino e si rimise comodo a dormire, anche se ripensava a quel bambino che lo fissava.

Qualcosa non gli tornava.

Sapeva benissimo che non era stato un sogno

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