Toria: «Papà, apri! Forza, apri!»
Bussava forte. Nessuna risposta.
Toria: «Merda... che stai combinando?!»
Poi la maniglia si mosse. La porta si aprì
lentamente.
Toria: «Papà?! Mi dici che stai-»
Abbassò lo sguardo. Gli occhi si spalancarono.
Toria: «E quello che diavolo è?!»
Sul petto di Yuko era comparso un segno.
Un'impronta animale, come se fosse stata
stampata a fuoco sulla pelle.
Yuko: «Non ne ho idea, cazzo...»
Rimasero entrambi a fissare il segno in silenzio.
Intanto, era calata la sera.
Un bambino si muoveva tra i vicoli e i tetti della
cittadella. Silenziosa. Ogni minimo rumore
sembrava amplificarsi. Era in
perlustrazione. Cercava qualcosa.
Nel salotto, Yuko era sdraiato sul divano. Toria era
seduta su una sedia davanti a lui.Toria: «Sentimi bene. Ora mi vuoi dire per filo e per
segno cosa è successo.»
Yuko: «Toria, te lo ridico per l'ennesima volta. leri
sera ero qui. Poi una specie di meteorite ha
attraversato il cielo. È caduto sopra la collina.»
Toria: «Senza creare un'esplosione, giusto?» Yuko:
«Esatto. Allora sono andato a vedere.»
Toria: «Lasciandomi a casa da sola, ricordiamolo.»
Yuko: «Hai ragione... ma sono uscito per
proteggerti.»
Toria: «E invece dovevi restare in casa!»
Yuko: «No, volevo vedere cosa fosse.»
Toria: «Vabbè, non importa. Continua.»
Yuko: «Credo di essere caduto dalla bici... e da lì
non ricordo più nulla. Mi sono svegliato a casa.
Fine.»
Toria: «Sì, ma capisci che è strana come cosa?»
Yuko: «Lo capisco eccome. Anche il segno sul petto
- visibile, doloroso — è strano.»
Toria: «Hai ragione. Guarda il lato positivo: sembra
un tatuaggio. Un po' bruttino in realtà...
però...»
Yuko (serio): «Ma vaffanculo.»
Toria (ridendo): «Haha!»
Yuko: «Che diavolo facciamo adesso?»
Toria si alzò dalla sedia e prese il tablet dal tavolo.
Toria: «Possiamo solo sfruttare la nostra amatatecnologia.»
Yuko: «E cosa scrivi?»
Toria: «Non lo so, ma da qualche parte bisogna
cominciare...»
Le sue dita iniziarono a muoversi veloci.
Toria: «"Meteorite caduto"
... invio... Mmm, nulla.
Non dicono niente qui.»
Toria: «Proviamo con "terremoto strano"
... Già
meglio. Ci sono diverse pagine. Leggiamo un
po!»
Yuko restava sdraiato, pensieroso.
Yuko: Non ricordo nulla...
Nella sua mente, rivedeva tutto. Poi un lampo.
Si alzò di colpo.
Toria: «Che c'è?!»
Yuko: «Ho toccato il meteorite! È per quello che
sono svenuto!»
Toria: «Dici sul serio?!"
Toria: «Dici sul serio?!»
Yuko: «Sì, certo!»
Toria: «C'era un meteorite che fluttuava davanti a
te... e tu lo tocchi?! Sei un idiota.»
Yuko: «Eri curiosa anche tu, no? Ma ora non
importa. Dobbiamo capire cosa fare.»
Toria: «Hai ragione. Guarda qui... ci sono tante
teorie... ma aspetta. Questo video è interessante.»
Apparve una ragazza con un caschetto pesca che
parlava alla webcam.Yelena: «Quello che le televisioni non dicono è
perché vogliono controllarci tutti. leri è caduto un
meteorite! Ho le prove! Vedete queste immagini?
Sono state catturate dai satelliti
Mannesumi! E allora, dove è finito quel meteorite?
Perché nasconderlo?!»
Yuko: «Forse siamo sulla strada giusta... Chi è
questa?»
Toria: «Aspetta... ecco, il nome è Yelena
Morozov.»
Yuko: «Ottimo. Dove si trova?»
Toria: «Un secondo... Eccola. A quattro ore da qui.»
Yuko: «Dobbiamo andare subito!»
Toria: «Cosa?! Sei pazzo?!»
Yuko: «No. È l'unica che forse sa qualcosa.»
Toria: «Sì... e andiamo in bici?!»
Yuko: «Mmm... no, impossibile. L'ho lasciata al
lavoro e ci metteremo troppo. Ma possiamo
prendere il treno. Se ci muoviamo.»
Toria: «Lo sapevo... Fammi preparare le mie
cose.»
Toria si alzò dalla sedia sbuffando e iniziò a
preparare alcune delle sue pozioni da portare via.
Toria: «Prendo questa... poi anche questa... oh, sì,
anche questa. Hai detto che hai anche dei mal di
testa, vero?»
Si voltò verso Yuko.Yuko: «Sì, a volte ho delle emicranie. Perché?»
Toria: «Meglio portarla. Non si sa mai cosa può
succedere...»
Yuko la guardò sollevare uno zaino stracarico.
Yuko: «Che cosa porti con te? Ti serve tutta quella
roba?»
Toria: «Ovvio. Non si sa mai, quello che può
succedere...»
Yuko: «Forse hai ragione...»
Toria: «Tu non prepari nulla?»
Yuko si alzò dal divano.
Yuko: «Sì, faccio un piccolo zaino.»
Andò nella sua stanza e iniziò a buttare dentro le
prime cose che trovava, senza piegarle, né pensarci
troppo. Poi si fermò davanti alla camera di Toria.
Si avvicinò alla mensola e prese la foto con Giù.
La tolse dalla cornice e la infilò nello zaino, in
silenzio.
Tornò in sala mentre Toria chiudeva con decisione
la zip del suo zaino.
Toria (sorridendo): «Fatto!»
Yuko: «Cosa? Quella borsa gigante la porti con te?!»
Toria: «Certo che no... la porterai tu.»
Yuko: «Ah, fantastico.»
Toria lasciò cadere lo zaino per terra con un tonfo
pesante.
Yuko (guardandolo): «Beh, allora tu prendi il mio.»
Toria: «Mmm... sì dai, può andare.»Yuko si avvicinò per sollevare lo zaino e, nel
prenderlo, pensò:
Yuko (pensando): Ma quanto diavolo pesa?
Se lo caricò a fatica sulle spalle: a ogni passo le
gambe tremavano.
Toria: «Forza, andiamo.»
Uscirono dalla porta e si incamminarono.
Appena fuori, Toria vide un grosso cassonetto
dell'immondizia sul marciapiede. Si fermò,
guardò Yuko.
Toria: «Hai detto che hai avuto dei picchi di forza,
giusto?»
Yuko: «Cosa? Sì... perché?»
Toria: «Vorrei vedere se è vero, se non ti dispiace.»
Yuko: «Adesso?! E come faccio?»
Toria: «Non lo so... prova a spostare quel bidone
là.»
Yuko: «Che? No! Dobbiamo andare.»
Toria: «No. Non mi muovo da qui finché non lo fai.»
Yuko: «Dai, Toria, ti sembra il momento di fare le
bizze?»
Toria (inarcando un sopracciglio): «Certo. Ho
bisogno di prove.»
Yuko: «Oh, maledizione. Sei proprio assurda. E cosa
dovrei farci con quel bidone?!»
Toria (con un sorrisetto): «Mmm boh... anzi,Yuko: «Lanciarlo?! Oh mio Dio... ma perché?!»
Toria: «Dai, sennò faremo tardi.»
Yuko sbuffò e si avvicinò al cassonetto, un bel
bestione in metallo.
Yuko: «Ma questo è pesantissimo...»
Si mise in posizione e iniziò a spingerlo.
Yuko: «Andiamo... forza!»
Le sue gambe scivolavano sul cemento, ma il
bidone non si mosse di un millimetro.
Toria (guardandolo perplessa): «Mmm... a me non
sembra che tu abbia tutta questa forza.»
Yuko (urlando quasi): «Non ho idea di come si
faccia! ogni volta succede per caso!»
Toria: «Per me è una balla.»
Si voltò e fece per andarsene.
Yuko (serio all'improvviso): «Ah sì?!»
Inspirò profondamente. Poi: BAM!
Un calcio secco al cassonetto. Toria si voltò di
scatto e sgranò gli occhi.
Toria: «Oh merda...»
Il bidone era ancora in aria. Il calcio di Yuko l'aveva
sollevato di almeno cinque metri.
Yuko restò impassibile, osservandolo con
un'espressione compiaciuta.
Toria (quasi incredula): «Papà... come hai fatto?!»
Yuko: «Visto? Non ti stavo mentendo.»CRASH!
Il cassonetto atterrò sopra una macchina
parcheggiata, distruggendola. Parti l'allarme. Le
finestre delle case vicine si aprirono di colpo.
Voce dalla finestra: «Ma che diavolo è stato?!»
Un'altra: «Ehi, quella è la mia macchina! Ma...
quello è un bidone?!»
Yuko e Toria rimasero immobili, occhi sbarrati.
Toria: «Papà... sei un idiota.»
Yuko: «lo?! Me l'hai fatto fare tu!»
Toria: «Forza, scappiamo!»
Si allontanarono di corsa, mentre dalle finestre i
vicini si accalcavano.
Ma nessuno dei due si accorse che un bambino sul
tetto di una casa, attirato dal caos, aveva osservato
tutta la scena.
Senza fare alcun rumore, si dissolse nell'ombra,mentre i due si allontanano.